13 Dic Radiografie dentali: cosa sono e perché è importante effettuarle?
Le radiografie dentali sono uno strumento indispensabile per elaborare una diagnosi corretta e per pianificare un trattamento.
Molti dei danni ai denti e ai tessuti del cavo orale, infatti, hanno origine in punti nascosti e non sono visibili a occhio nudo. Attraverso le radiografie è possibile identificarli e intervenire in modo mirato, tempestivamente.
Scopriamo di più insieme.
Che cos’è una radiografia?
La radiografia è un esame diagnostico che prevede l’uso di onde elettromagnetiche ad alta energia, i fotoni.
Queste particolari onde hanno il potere di attraversare organi e tessuti; i raggi vengono misurati da un sistema fotosensibile e impressi su una pellicola o un sensore digitale. Questi registrano una quantità di fotoni che varia a seconda dello spessore e della consistenza dei tessuti. Il differente grado di attenuazione del fascio radiante “disegna” le immagini del corpo umano e, nel caso specifico, del cavo orale, distinguendo le strutture e i tessuti attraverso diverse tonalità di grigio.
La radiografia dentale – detta anche lastra o rx ai denti – viene utilizzata in ambito odontoiatrico per valutare lo stato di salute del cavo orale e rilevare la presenza di problemi o patologie invisibili a occhio nudo.
Tipi di radiografie dentali
È possibile distinguere tra diverse tipologie di radiografie dentali.
Le radiografie extraorali, effettuate all’esterno del cavo orale, si dividono in:
– Ortopantomografia o radiografia dentale panoramica. Offre una visione di insieme di denti, mascella e mandibola e consente di rivelare problemi non identificabili durante un esame ordinario;
– Teleradiografia o cefalometria. Serve a determinare la posizione delle ossa del cranio, le sue dimensioni e quelle della mascella, e per esaminare le distanze tra le strutture dentali e maxillo-facciali. Viene utilizzata pertanto per identificare problemi come le malocclusioni e i relativi trattamenti.
Le radiografie intraorali vengono invece effettuate all’interno della bocca.
– Rx occlusale: serve a fornire un’immagine dettagliata dell’intera arcata dentale.
– Rx endorale: viene utilizzata per diagnosticare carie e altre malattie. Si concentra su uno o più denti e, attraverso l’uso di lastre di diverse dimensioni, consente di osservare i denti nella loro interezza.
– Rx bitewing: serve a rilevare la carie – anche interprossimale – e a esaminare lo stato di polpa, corona e tessuto parodontale. Viene effettuata posizionando una particolare linguetta tra le due arcate dentali.
Esistono poi altre tipologie di radiografie dentali, come la TAC dentale 3D, che consente di ottenere immagini tridimensionali e dettagliate dell’intero cavo orale e delle ossa della testa.
Le radiografie sono pericolose?
È questo il dubbio che, più di frequente, attanaglia coloro che devono sottoporsi a una radiografia.
La risposta è no, se vengono effettuate nel modo giusto.
I fotoni utilizzati in radiologia possono danneggiare il tessuto con il quale interagiscono, è vero, ma le tecniche utilizzate nell’ambito della medicina dentaria prevedono l’esposizione a una dose ridotta di radiazioni, specialmente nel caso delle radiografie endorali.
In più, negli ultimi anni, l’uso di pellicole radiografiche estremamente sensibili e il ricorso ad apparecchiature digitali ha abbassato ulteriormente l’esposizione ai raggi X.
In ogni caso, si ricorre alle radiografie dentali solo se strettamente necessario e mai senza la dovuta preparazione.
I dentisti che intendono utilizzare un impianto a raggi X devono disporre dell’apposita licenza rilasciata dall’UFSP (Ufficio federale della sanità pubblica) e superare un esame federale di radioprotezione. L’impianto deve poi essere sottoposto regolarmente a procedure di controllo che ne garantiscano il corretto funzionamento.
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